Billy Milligan e una vita condivisa con altre 24 personalità
MARTINA ORI
William Stanley Milligan è passato alla storia americana e mondiale per essere stato uno dei casi più eclatanti e famosi di disturbo dissociativo dell’identità, sconvolgendo non solo l’opinione pubblica ma cambiando per sempre la legislazione americana.
1. Il Disturbo Dissociativo dell’Identità (DID)
Prima di affrontare la vicenda di Billy Milligan è necessario chiarire cosa sia e cosa comporti questo tipo di disturbo. In generale, i disturbi dissociativi si basano sullo sconvolgimento e/o discontinuità nell’integrazione di coscienza, memoria, identità, emozioni, percezioni, comportamento e rappresentazione del corpo. Nello specifico il disturbo dissociativo dell’identità, secondo i criteri del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DMS V), è caratterizzato da:
Presenza di due o più personalità distinte. Esse assumono in modo alternato e ricorsivo il controllo del comportamento della persona e ciascuna di loro, quando presente, non ha assolutamente coscienza dell’altra. Spesso il passaggio da un’identità a un’altra deriva nella persona da un evento negativo e/o stressante;
Amnesia dissociativa. Lacune ricorrenti nel provare a ricordare eventi quotidiani, informazioni personali e/o eventi traumatici;
Sintomi che causano disagio clinico significativo o comportano una compromissione sociale, lavorativa o qualsiasi altro aspetto quotidiano.
I sintomi non sono attribuibili a una pratica culturale o religiosa largamente accettata. Il DID non deve essere scambiata con -e non sovrapponibile a causa di- possessioni spirituali, ossia casi in cui il soggetto è vittima di spiriti defunti che si impossessano delle loro facoltà cognitive.
I sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o altra condizione medica.
Il DID può essere grave e/o cronico e può condurre a disabilità e invalidità.
In ambito clinico troviamo una forte prevalenza nelle donne: gli uomini possono negare i sintomi e i traumi, portando così a falsi tassi di diagnosi negativa. Questo è possibile in quanto le donne presentano stati dissociativi più acuti, facilmente riconducibili a traumi passati; mentre gli uomini manifestano comportamenti criminali o violenti, riuscendo così a mascherare il disturbo sotto una forma di devianza sociale.
Il DID è universalmente associato in ambito medico a traumi importanti, la maggior parte delle volte subiti dal paziente nella prima infanzia tramite abusi e violenze. La natura dell’abuso contribuisce direttamente alle caratteristiche della dissociazione: più l’abuso è grave, protratto nel tempo e/o precoce, più i sintomi dissociativi saranno critici. La dissociazione si manifesta spesso durante la situazione traumatica stessa in quanto, attraverso un meccanismo di difesa e sopravvivenza, l’individuo proietta su qualcun altro l’abuso ricevuto arrivando a credere che quell’evento sia capitato effettivamente a un’altra persona. Con il passare del tempo poi, questo stesso meccanismo verrà utilizzato dalla persona come strategia per far fronte a situazioni percepite come pericolose e/o fonte di sofferenza. La dissociazione permette in un primo momento alla persona di difendersi dal trauma, ma a lungo andare nella vita quotidiana, la disgregazione dell’identità compromette lo sviluppo del problem solving, aumentando invece gli stati di confusione, di inquietudine e di agitazione.
Il trattamento terapeutico per tale disturbo è la psicoterapia, pratica attraverso cui è possibile far “conoscere reciprocamente” le identità e, successivamente, si cerca di far comprendere al paziente che tali personalità sono state create per poter fronteggiare situazioni di forte difficoltà subite. Attualmente gli Stati Uniti sono il paese con il più alto tasso di diagnosi di DID.
2. Billy Milligan, i reati e il processo
Il 27 ottobre 1977 la polizia di Columbus, Ohio, arresta il ventiduenne Billy Milligan con l’accusa di aver rapito, rapinato e violentato tre studentesse universitarie. Milligan è già noto alla polizia locale per altri precedenti penali, inoltre il riconoscimento da parte di tutte e tre le studentesse del loro aggressore e alcune impronte lasciate sulla macchina di una delle ragazze lo incastrano definitivamente. Appena arrestato, Milligan non nega nessuna delle accuse rivoltegli, ma al tempo stesso dichiara di non aver memoria di nessuno degli atti commessi.
Durante la preparazione per la sua difesa, risulta chiaro fin da subito che l’accusato presenta comportamenti strani. Ogni volta che viene interrogato Milligan si presenta in modo sempre diverso, quasi fosse una persona completamente differente: una volta appare timido, impacciato, fragile e sul punto di piangere e la volta dopo è arrogante, apatico e risoluto.
Viene richiesto l’intervento di una perizia psichiatrica. Durante l’interrogatorio svolto da Dorothy Turner, psichiatra del Southwest Community Mental Health Center, piano piano cominciano a emergere le varie personalità, tra cui David (8 anni) che svela alla dottoressa l’esistenza di tutte le altre. A Milligan viene perciò diagnosticato un “disturbo della personalità multipla”, permettendo così ai suoi avvocati difensori Gary Schweickart e Judy Stevenson di costruire tutta la difesa sull’infermità mentale. Il 16 marzo 1978 Milligan viene trasferito all’ospedale psichiatrico Harding Hospital, per essere giudicato sufficientemente idoneo ad affrontare il processo. Qui trascorre sette mesi in terapia dal dottor George Harding, il quale tenta un primo approccio di “fusione” cercando di “tenere sveglio” il più possibile la personalità originale di Billy. Passata la prima fase di presa di coscienza dell’esistenza delle altre identità da parte di Billy, la terapia prevede una sempre più frequente conversazione tra di esse. Lo scopo è quello di superare l’amnesia e ricordare quante più attività, spostamenti, pensieri possibili riconducibili alle varie personalità, così da costruire il quadro completo e generale sulla vita di Milligan. Solo allora si può procedere a una lenta ed effettiva fusione. La terapia ha riscontri positivi e Billy, valutato idoneo per il processo, il 4 dicembre 1978 viene portato davanti alla Corte per essere giudicato per i reati commessi. Ascoltando le testimonianze verbali e le diverse perizie psichiatriche, svolte da tre psichiatri e una psicologa illustri, Milligan è giudicato non colpevole per infermità mentale. Il giudice, pur riconoscendolo colpevole dei reati da lui commessi, conclude che all’epoca dei fatti Billy non fosse in pieno possesso delle sue facoltà mentali e quindi non responsabile delle sue azioni. In accordo con la difesa e l’accusa, Billy Milligan è trasferito all’ Athens Mental Health Center per ricevere terapie adeguate da parte del dottor David Caul, noto psichiatra.
Il caso Milligan segna così una svolta importante nella storia della legislazione statunitense: per la prima volta non solo si assolve un accusato per infermità mentale, ma viene anche riconosciuto il disturbo dissociativo dell’identità come patologia, fino ad allora considerato al pari di una nevrosi.
fonte site.unibo.it