Anello COSMOOS Freccia

8 Marzo 2015 Bloog, Gioielli

 

 

La Freccia (in latino Sagitta) è la terza costellazione più piccola dell’intero cielo (solo il Cavallino e la Croce del Sud sono più piccole). Era una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è oggi una delle 88 costellazioni moderne. Il nome non deve farla confondere con la costellazione zodiacale del Sagittario. È composta da stelle piuttosto deboli.

La costellazione deve il suo nome alla disposizione di quattro stelle poste circa 10° a nord di Altair, che ricorda la figura di una freccia. Giace sulla Via Lattea in un tratto in parte molto oscurato dalle propaggini settentrionali della Fenditura dell’Aquila; le sue stelle sono individuabili con molta facilità, nella parte meridionale dell’area di cielo delimitata dal Triangolo Estivo, sebbene non siano particolarmente luminose, al punto che solo una quindicina sono visibili ad occhio nudo. La parte meridionale della costellazione contiene invece un ricco campo stellare.

Essendo posta poco a nord dell’equatore celeste, questa costellazione può essere vista da tutta la Terra, tranne che dalle parti più meridionali della Terra, il continente antartico; i mesi più adatti sono quelli dell’estate boreale, fra giugno e settembre, anche se specie nell’emisfero nord è ben osservabile anche per più tempo, in particolare per tutto l’autunno.

 

la costellazione non contiene stelle particolarmente brillanti.

α Sagittae: conosciuta anche come Sham, è una stella gigante gialla, con un tipo spettrale G1 II. Ha una magnitudine apparente di 4,37 e si trova ad una distanza di 610 anni luce. Essa e β Sge (anch’essa di magnitudine 4,37) formano le piume dell’asta della freccia.
γ Sagittae: è una gigante rossa (tipo spettrale M0 III, 3,47m) rappresenta l’asta, assieme alle stelle δ e ε Sge. Si trova ad una distanza di 170 anni luce.
δ Sagittae: M2 II+A0 V (probabile binaria visuale), 3,82m.
ε Sagittae: G8 III, 5,66m, stella multipla con 4 componenti.
η Sagittae: questa stella di tipo spettrale K2 III con magnitudine 5,1.

Alcune delle stelle doppie della costellazione sono facilmente risolvibili anche con piccoli strumenti.

ε Sagittae è formata da una stella arancione e una azzurra, il cui contrasto di colori è ben evidente in un piccolo telescopio o anche in un potente binocolo; le componenti sono di magnitudine 5,6 e 8,4, mentre la separazione è di quasi 1,5′.

Nonostante le ridotte dimensioni, la costellazione abbonda di stelle variabili; molte di queste però non sono alla portata di piccoli strumenti.

La Freccia ricade nella Via Lattea e contiene al suo interno un ricco campo stellare, mentre nella parte più occidentale quest’ultima è oscurata dalla Fenditura dell’Aquila, un grande complesso di nebulose oscure appartenenti al nostro braccio di spirale che oscurano in senso longitudinale la scia della nostra Galassia. Gli oggetti non stellari scarseggiano, anche a causa delle ridotte dimensioni della costellazione, e quelli che ci sono si trovano in massima parte al di fuori della portata di piccoli strumenti.

L’oggetto più brillante è M71, il quale è un ammasso globulare molto sparso, che è stato a lungo scambiato per un denso ammasso aperto. Si trova ad una distanza di circa 13.000 anni luce ed è stato scoperto dall’astronomo francese Philippe Loys de Chéseaux nell’anno 1745 o 1746.

 
Sistemi planetari
HD 231701 è una stella gialla di sequenza principale che possiede un sistema planetario; possiede un pianeta, probabilmente un gigante gassoso, con una massa simile a quella di Giove che orbita a 0,55 UA dalla sua stella madre.

 

Mitologia

Questa costellazione è una di quelle in cui Johann Bayer sbagliò l’ordine, in questo caso degradando la stella più brillante addirittura allo status di γ 

Anche se la Freccia non contiene alcuna stella brillante, molte culture l’hanno riconosciuta come una freccia, tra cui i Persiani, gli Ebrei, i Greci e i Romani. Perciò esistono diversi miti riguardo ad essa. I due più importanti fanno riferimento alle vicine costellazioni di Ercole e dell’Aquila.

Secondo il primo, il Titano Prometeo rubò il fuoco agli Dei e lo portò ai mortali, facendo arrabbiare Zeus così tanto che lo incatenò ad una roccia nel Caucaso, dove un’aquila (rappresentata nell’omonima costellazione) gli mangiava il fegato. Poiché Prometeo era immortale, il suo fegato ricresceva ogni giorno, e l’aquila tornava ogni giorno per mangiarlo di nuovo… Eracle (identico al romano Ercole) lo salvò dalla sua punizione infinita durante la sua Undicesima Fatica uccidendo l’uccello con una freccia e liberandolo.

Un’altra storia racconta di come Eracle uccise gli uccelli del lago Stinfalo che terrorizzavano l’Arcadia. Gli uccelli stessi erano identificati con le costellazioni Aquila, Cigno e Lira.

La Freccia è stata inoltre interpretata da alcuni come la freccia di Cupido, o come una freccia scoccata dal Sagittario contro lo Scorpione.

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