Flagellazione di Cristo 1608dc CARAVAGGIO

20 Marzo 2017 ArtinMUSE

       Flagellazione di Cristo / 1608       

La Flagellazione di Cristo è uno straordinario dipinto a olio su tela (286×213 cm) di Caravaggio, realizzato nel 1607-1608 e conservato al Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli. Il dipinto è organizzato intorno alla colonna alla quale è legato Cristo, dove si dispongono due dei torturatori, uno a lato ed uno dietro, i cui gesti precisi e lenti ci proiettano nello sfondo del quadro e verso il primo piano, dove si trova il terzo degli aguzzini, chino. Il corpo luminoso e robusto di Cristo sembra accennare a un movimento danzante che contrasta con i movimenti strozzati e secchi nella concentrazione dei suoi aguzzini. Tra contrasti netti di luci e ombre, i corpi in movimento sono colti nel momento di più alta tensione fisica ed emotiva, raccontando con grande drammaticità l’evento.

Eng – The Flagellation of #Christ is an extraordinary oil on canvas painting (286×213 cm) by Caravaggio, made in 1607-1608 and housed at the National Museum of Capodimonte in #Naples. The painting is arranged around the column to which Christ is bound, where two of the torturers are placed, one on the side and one behind, whose precise and slim gestures project us into the background of the picture and to the third torturer, in front. The luminous and robust body of Christ seems to point to a dancing movement that contrasts with the harsh movements in the concentration of his torturers. Between contrasts of lights and shadows, the moving bodies are caught in the moment of a high physical and emotional tension, depicting the event with great drama.

Esp  – La flagelación de Cristo es una extraordinaria #pintura al óleo sobre lienzo (286×213 cm) de Caravaggio, realizada en 1607-1608 y conservada en el Museo Nacional de Capodimonte en #Nápoles. La pintura está organizada alrededor de la columna a la que está atado Cristo, donde se colocan dos torturadores, uno a un lado y otro detrás. El cuerpo luminoso y robusto de Cristo parece insinuar un movimiento de baile que contrasta con los movimientos estrangulados y secos de la concentración de sus torturadores. Entre agudos contrastes de luces y sombras, los cuerpos en movimiento quedan atrapados en el momento de mayor tensión física y emocional, contando el evento con gran drama.

Il Caravaggio, Michelangelo Merisi (1571 – 1610),

dipinse la Flagellazione durante il suo primo soggiorno napoletano che va dalla fine del 1606 ai primi di luglio del 1607. Le circostanze che hanno portato Caravaggio a Napoli sono riconducibili agli eventi immediatamente successivi all’assassinio di Ranuccio Tomassoni, avvenuto il 28 giugno 1606. L’uomo rimase ucciso inseguito ad una rissa e Caravaggio fu giudicato colpevole e condannato a morte. Il pittore fu costretto alla fuga da Roma e scelse di andare a Napoli, città che allora era ben più grande di Roma e contava circa 300mila abitanti.
È possibile dunque che il Caravaggio, su consiglio della sua protettrice, abbia scelto Napoli nella convinzione che l’ottenimento del Cavalierato del Santo Sepolcro avrebbe costituito una sorta di immunità efficace anche in presenza del bando capitale, consentendogli di rientrare a Roma e di ottenere la grazia o la revoca della condanna.

Il committente è Tommaso de Franchis per la cappella di famiglia in San Domenico. Non si ha la certezza che l’opera sia stata terminata durante il primo soggiorno o si stata completata durante il secondo soggiorno, ovvero tra il 1609 e il 1610.
Le indagini  radiografiche condotte tra il 1983 e il 1999 hanno rivelato l’esistenza di un ritratto d’uomo, rivolto verso Cristo, sotto la spalla del flagellatore di destra che alcuni studiosi hanno voluto identificare con il ritratto del committente. Questo pentimento confermerebbe l’ipotesi della realizzazione del dipinto in due momenti diversi.

La tela non era inizialmente grande tanto quanto la vediamo noi oggi. Come ha ben spiegato Andrea Dusio, curatore della mostra assieme a Sylvain Bellenger, le analisi hanno rivelato che la tela del dipinto è stata ampliata dal pittore in un secondo momento di ben 17 centimetri sul lato destro. Il cambiamento ha portato ad un decentramento della colonna rispetto alla mezzaria della tela, determinando un effetto di nuovo equilibrio che attira l’attenzione dello spettatore fino al termine della sua osservazione. Anche l’altezza ha subito un cambiamento: originariamente era tre centimetri più grande.

L’iconografia scelta è molto interessante in quanto il momento raffigurato da Caravaggio è quello appena precedente la vera e propria flagellazione. Tre carcerieri si stanno apprestando a punire Cristo, prima della crocifissione. La scena raffigurata è così un’ottima sintesi tra iconografie classiche della storia dell’arte, il “Cristo alla colonna” e la “Flagellazione”. Da notare, poi, che, a differenza di quanto raccontano i vangeli, Caravaggio presenta un Cristo con già in testa la corona di spine.

La posa del Cristo è forse ciò che maggiormente colpisce da subito lo spettatore. Il figlio di Dio sembra fare un passo verso chi lo sta ammirando, in realtà la spinta in avanti non è un gesto spontaneo, ma è dovuto ai due aguzzini: uno lo ha preso per i capelli e gli spinge la testa in avanti, fino a quasi far toccare al mento il petto; l’altro lo colpisce con il piede ad un polpaccio.
Un colpo determinante per la posa raffigurata del Cristo. L’ispirazione è da trovare di certo nelle statue classiche (e anche in Michelangelo, basti guardare la gamba di Cristo per notarlo), ma risente anche della scuola manierista del ‘500. Cristo dal ginocchio in su tende a oscillare, a curvarsi sotto colpi degli aguzzini e di un destino che conosce e a cui è rassegnato.

Il genio caravaggesco non si ferma alla costruzione della scena del dipinto, ma emerge nell’uso, che gli è tipicamente proprio, della luce. La proiezione dei toni chiari è palesemente innaturale e resa in maniera teatrale. Secondo una lettura di stampo più religioso il corpo di Cristo è illuminato dalla luce divina e si propaga solo su chi è preparato a riceverla: non tutti gli aguzzini infatti sono colpiti dalla luce. Il terzo, quello accovacciato, intento a preparare una nuova verga, ha la testa completamente in ombra.
La Flagellazione di Cristo è un’opera monumentale ed austera con una gestualità sobria ed essenziale. Prevale una resa delle figure naturalistica. L’uso dei colori è limitato e ridotto ad una gamma di tonalità color terra.

il nostro Bloog…

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